Cheratite Neurotrofica (NK)

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La Cheratite Neurotrofica (NK) è una grave patologia oculare che insorge quando un danno ai nervi dell’occhio riduce la sensibilità della superficie oculare. In assenza di una normale sensibilità, l’occhio non riesce a guarire correttamente, con conseguente rischio di lesioni o ulcere che possono anche compromettere la vista.

La NK è considerata una malattia rara, con una prevalenza stimata inferiore a 5/10.000 individui.

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    Cheratite Neurotrofica (NK)
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    Cheratite Neurotrofica (NK)

    La cheratite neurotrofica (NK) è una rara malattia degenerativa che colpisce la cornea, il tessuto più densamente innervato del corpo umano. L’innervazione sensoriale della cornea deriva dal primo ramo del nervo trigemino e, oltre a fungere da braccio afferente per il riflesso di ammiccamento e la produzione lacrimale, i nervi sensoriali corneali forniscono anche supporto trofico all’epitelio corneale e contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi della superficie oculare.

    Nei pazienti affetti da NK, i nervi sensoriali corneali risultano compromessi, portando a una ridotta sensibilità e alla mancanza di supporto trofico al tessuto corneale stesso. In assenza della capacità di percepire stimoli esterni come il tatto, il vento, le sostanze chimiche, la luce, il calore e il freddo, il cervello non riceve segnali fondamentali per attivare il riflesso di ammiccamento e la produzione lacrimale, che sono meccanismi protettivi per la superficie dell’occhio.

    La mancanza di queste risposte protettive può causare l’assottigliamento e la rottura dello strato più esterno della cornea, l’epitelio, generando una superficie irregolare che distorce la luce e il film lacrimale. Parallelamente, l’assenza di supporto trofico da parte dei nervi corneali innesca un circolo vizioso che può portare a un peggioramento del danno epiteliale e a un’alterata capacità di guarigione della cornea. In alcuni casi, la NK può progredire fino a causare danni più gravi come ulcerazioni e, nei casi più severi, perforazioni.

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Q&A

Quali sono le cause della Cheratite Neurotrofica?

La Cheratite Neurotrofica (NK) è causata da un danno ai nervi sensoriali della cornea. Questi nervi svolgono un ruolo fondamentale: consentono all’occhio di percepire stimoli come dolore o contatto e favoriscono la guarigione delle lesioni fornendo nutrienti essenziali. Quando tali nervi non funzionano correttamente, l’occhio non è in grado di proteggersi e/o ripararsi in modo adeguato.

Le cause del danno ai nervi corneali possono essere diverse. La più comune è un’infezione pregressa dal virus dell’herpes. Altri fattori includono diabete, interventi chirurgici oculari, traumi, uso prolungato di lenti a contatto o l’uso di alcuni farmaci. In alcuni casi, patologie che interessano il sistema nervoso centrale, come tumori o ictus, possono determinare lo stesso problema.

Sintomi e complicanze della Cheratite Neurotrofica

La NK spesso esordisce con sintomi difficili da riconoscere, poiché l’occhio perde parzialmente o totalmente la sensibilità. A causa della disfunzione dei nervi corneali, il paziente può non avvertire dolore o fastidio anche in presenza di lesioni. Questo rende più complessa l’identificazione precoce della malattia, motivo per cui è fondamentale sottoporsi a controlli oculistici regolari in presenza di fattori di rischio. Alcuni pazienti possono notare arrossamento, secchezza, visione offuscata o la sensazione di corpo estraneo, anche in assenza di dolore. Con il peggioramento della condizione, la superficie oculare può sviluppare lesioni persistenti o ulcere che possono minacciare la vista.

Come si diagnostica la Cheratite Neurotrofica?

La diagnosi di NK avviene tramite un esame oculistico completo eseguito da un medico specializzato nelle patologie corneali e comprende:

  • Anamnesi e valutazione dei sintomi: raccolta di informazioni su precedenti infezioni oculari, traumi, interventi chirurgici o altre condizioni sistemiche (come il diabete) che possono influenzare i nervi oculari.
  • Esame della superficie oculare: valutazione accurata della cornea per rilevare secchezza, lesioni o ulcere, eventualmente con l’ausilio di coloranti o luci speciali.
  • Test di sensibilità corneale: il medico può toccare delicatamente la cornea con uno strumento morbido (ad esempio un filo di cotone) o utilizzare un dispositivo chiamato estesiometro per misurare il grado di sensibilità presente.