La realtà aumentata è uno dei vincitori del Premio dell’innovazione Eugenio Aringhieri
Si sente dire spesso che la pandemia ha accelerato i processi di trasformazione digitale, e che tra vecchia e nuova normalità ci siano differenze evidenti. Un esempio concreto, in Dompé farmaceutici, è l’arrivo di un ambizioso progetto per la realtà aumentata, che non si limita a una mera applicazione in azienda della tecnologia ma punta alla realizzazione di una piattaforma flessibile e ampliabile. Un’iniziativa che guarda al futuro della manutenzione, della formazione e della gestione delle macchine, così performante da aver meritato anche un posto sul podio al Premio Eugenio Aringhieri 2021.
Il fattore che ha spinto questa innovazione è – come si può facilmente immaginare – proprio il Covid-19, con tutte le restrizioni e le misure di prevenzione sanitaria che ha portato con sé. Da una parte fornitori dall’estero temporaneamente bloccati nel servire l’Italia e dall’altra l’impossibilità di fare intervenire nei reparti di produzione il personale specializzato residente altrove, dunque la necessità di trasferire le competenze nel modo più efficiente possibile a chi si trova sul posto. Così nel sito produttivo Dompé a L’Aquila, in seno al reparto di ingegneria, è nata l’idea di sviluppare una soluzione che permettesse di ottenere assistenza da remoto. E la realtà aumentata, che già ha trovato applicazione in molti settori dall’intrattenimento ai servizi e all’industria, è parsa fin da subito la risposta più adeguata. Una proposta giunta da un team guidato dall’ingegnere capo Antonello Babbore, e composto da Paola Maron Pot, Engineering Process Validation & Automation Senior Manager, Juri Brentan, Asset Care Senior Manager, ed Ettore Fasci, Investment Execution Senior Manager.
Naturalmente non si tratta di sostituire personale con una tecnologia, ma di permettere alle risorse umane da remoto di fare valere il proprioknow how, condividendo in tempo reale la visione con la persona sul sito. E allo stesso tempo si consente a chi è presente in azienda di operare non solo in modalità sincrona con chi si trova fisicamente distante, ma anche con flessibilità indipendentemente dalla fascia oraria, aumentando quindi il margine di operatività. Con la possibilità aggiuntiva di creare un repositorydi informazioni, specifiche, conoscenze e documenti che l’operatore, grazie all’esperienza della realtà aumentata, può consultare mentre svolge la propria attività.
La peculiarità della realtà aumentata di Dompé, peraltro, è l’essere fatta in casa. A differenza dell’approccio più comune, in cui si acquista da un costruttore un servizio di realtà aumentata come optional in dotazione insieme a un nuovo macchinario, la scelta dell’azienda è di portare tecnologia e competenza direttamente in house, sviluppando una piattaforma proprietaria in modo da arrivare a essere autonomi nella gestione della tecnologia. Creando non solo un insieme di contenuti ad hoc per le esigenze dei macchinari, ma anche con un notevole risparmio sul medio e lungo termine.
Tra gli ambiti di applicazione della realtà aumentata, oltre alla manutenzione, ci sono pure la formazione del personale (che può fare training davanti a una linea produttiva in tempo reale), la possibilità di addestrarsi sui comportamenti da tenere in caso ci sia un allarme, i corsi per la sicurezza dei lavoratori, la mitigazione dei rischi, il controllo qualità e l’orientamento dei neoassunti, che possono essere guidati all’interno di un sito produttivo per loro nuovo con le informazioni su dove andare, sui pericoli, su cosa fare e cosa no.
A oggi la realtà aumentata è una tecnologia matura già testata dal costruttore delle macchine riempitrici installate su una linea produttiva di Dompé. Il punto di avvio è un progetto pilota da completarsi già entro il 2021, per dare quindi il via a un programma pluriennale di applicazione ed estensione della tecnologia a una moltitudine di macchine, di linee produttive e di laboratori. “Guardiamo le cose con occhi differenti e cogliamo le opportunità di affrontare le sfide” è il mantra del team al lavoro per lo sviluppo del progetto, pensando a come gli ostacoli imposti dalla pandemia abbiano dato l’opportunità di migliorare ciò che si faceva in passato, mettendo le fondamenta per un avanzamento che – negli anni a venire – porterà benefici diretti e tangibili in molte aree aziendali.