Ladarixin
Sono molte le persone che convivono con il diabete di tipo 1. Solo negli Stati Uniti, si stima che questa malattia colpisca 1,84 milioni di persone e il tasso di diagnosi aumenta di anno in anno. È una malattia cronica e permanente nella quale il sistema immunitario attacca e distrugge le cellule beta, un tipo di cellula presente nelle isole di Langerhans che producono insulina nel pancreas.
Al momento, le opzioni terapeutiche si concentrano sul controllo dei livelli di glucosio nel sangue, cosa che richiede ai pazienti di iniettarsi regolarmente l’insulina.
In Dompé concentriamo le nostre ricerche sul preservare la funzione delle cellule beta per ritardare la progressione della malattia e migliorare il controllo metabolico. Ecco perché il nostro team ha avviato un programma su una molecola chiamata Ladarixin, attualmente oggetto di studi clinici di Fase II e III.
Il ruolo determinante delle citochine nel diabete
La nostra ricerca su Ladarixin nasce dalle nostre scoperte sulla NETosi e sulle citochine. Le citochine e i loro recettori hanno un ruolo cruciale nella risposta immunitaria del corpo all'infiammazione. I neutrofili, un tipo di globuli bianchi, sono reclutati dalle citochine nel sito dell'infiammazione, dove secernono diverse proteine nell'ambiente extracellulare e formano una rete di strutture a ragnatela note come trappole extracellulari dei neutrofili (Neutrophil Extracellular Traps o NET). Questo processo prende il nome di NETosi.
In circostanze ordinarie, la NETosi è un meccanismo di difesa del corpo. Tuttavia, se l’infiammazione diventa disregolata, può avere conseguenze negative e danneggiare i tessuti sani. Le citochine sono sovraregolate nei pazienti diabetici e incidono in modo cruciale nel processo infiammatorio del diabete di tipo 1. In particolare, il sistema immunitario considera erroneamente le cellule beta come patogeni esterni, di conseguenza i neutrofili vengono reclutati dalle citochine nel pancreas per distruggerle.
In Dompé stiamo sperimentando nuovi composti che possano bloccare efficacemente la NETosi attraverso l’inibizione selettiva dell'effetto di determinate citochine sui neutrofili. Poiché i pazienti con diabete di tipo 1 presentano livelli più alti della citochina Interleuchina 8 (IL-8) rispetto agli individui sani, ci siamo orientati verso la creazione di una molecola che preservasse la funzione delle cellule beta antagonizzando la via di segnalazione dell'IL-8.
Inibitori dell’IL-8: qual è il loro potenziale?
Il risultato è Ladarixin, una small-molecule sperimentale a somministrazione orale sintetizzata nei nostri laboratori. È un inibitore allosterico duale e non competitivo dei recettori CXCL8 (IL-8), CXCR1 e CXCR2. L’ipotesi di ricerca è che sia possibile prevenire l'infiammazione e la distruzione delle cellule beta nelle isole di Langerhans situate nel pancreas attraverso l’inibizione di questi recettori. Ciò significa che la molecola, grazie al suo meccanismo d’azione, ha il potenziale per inibire la progressione della malattia e l’insorgenza di sintomi gravi.
Senza dimenticare i vantaggi legati alla formulazione in capsule per via orale e l’alta tollerabilità con assenza di effetti tossici indesiderati.
Ladarixin è il frutto della collaborazione nella ricerca e nello sviluppo
Siamo lavorando instancabilmente per stabilire nuovi accordi di partnership con la comunità scientifica e promuovere lo sviluppo di questa molecola, proseguendo le collaborazioni con numerosi partner di ricerca ed esperti nel diabete in tutto il mondo.
Ladarixin è stato valutato nell’ambito di studi di Fase 1 e Fase 2, i risultati dei quali sono stati presentati alle Scientific Sessions organizzate dall'American Diabetes Association del 2020 e pubblicati nel numero di giugno 2020 di Diabetes. Sulla base di questi risultati è stato avviato uno studio di Fase III randomizzato, multicentrico, in doppio cieco e controllato con placebo, destinato a valutare l'efficacia e la sicurezza di Ladarixin negli adolescenti e negli adulti affetti da diabete di tipo 1 a esordio recente. Lo studio è in fase di esecuzione e i risultati aiuteranno a comprendere l'efficacia nel preservare la funzione delle cellule beta inibendo l'attività biologica dell'IL-8.
In un altro studio di Fase II in corso, la stessa molecola è impiegata in un disegno in doppio cieco, randomizzato, multicentrico e controllato con placebo come terapia aggiuntiva per migliorare il controllo glicemico negli adulti sovrappeso insulino-resistenti e affetti da diabete di tipo 1.