Intervista a Sergio Dompe' "L'AI? Una grande risorsa per spingere il made in Italy. Ma serve piu' formazione"

By Corriere della Sera
17/05/2024

Dompé (Comitato Leonardo): anticipare gli investimenti

Presidente Dompé perché il Comitato Leonardo ha dedicato un forum all'impatto dell'Intelligenza artificiale sul Made in Italy?

«Il nostro forum si è posto l'obiettivo di discutere di Intelligenza artificiale (Ai, ndr), evidenziando le possibili applicazioni al Made in Italy. Uno sviluppo tecnologico sempre più rapido — spiega Sergio Dompé, neo presidente del Comitato Leonardo — impone alle nostre imprese nuove sfide che possono diventare grandi opportunità, per esempio, in ambito marketing, networking, rapporto con i clienti. Mi aspetto, insomma, che con l'Ia diventi più facile lavorare sui fattori abilitanti per le singole imprese, toccando tutti i contesti possibili: selezione dei fornitori, formazione, programmi di marketing, definizione dei target clienti e così via».

Da un'analisi di Accenture emerge che l'introduzione dell'Ai potrebbe generare fino a 300 mila posti di lavoro. Quali settori ne beneficeranno maggiormente?

«Un settore che sicuramente ne beneficerà è quello delle Scienze della Vita. Io vengo dal settore farmaceutico e biotech, e grazie all'Ai Generativa oggi siamo in grado di procedere molto più veloci, riducendo i tempi della ricerca fino al 90%. Questo si traduce in una disperata necessità di avere giovani che si specializzino, perché l'Ai funziona in base alla capacità di indirizzare le domande e i bisogni della ricerca da effettuare. Sono sempre più che convinto che questo genererà una forte domanda di lavoro qualificato».

Grazie alla spinta dell'Ai si potrebbero produrre circa 8o miliardi di ricchezza aggiuntiva in termini di Pil. Cosa va fatto per centrare questo obiettivo?

«Dobbiamo cambiare approccio: in Italia abbiamo l'abitudine di contemplare quello che è successo ieri per, poi, orientare le decisioni per il futuro. Non funziona più così. Dobbiamo coinvolgere e appassionare i nostri giovani a quello che stiamo facendo, se non riusciamo a indirizzarli verso un futuro che sta cambiando velocemente le nostre aziende non avranno risorse adeguate. Aggiungerei, infine, che dobbiamo riuscire a garantire un maggiore impatto, a livello qualitativo sui mercati esteri, del nostro made in Italy».

 

Gli imprenditori sono consapevoli della sfida che va affrontata?

«Solo in parte. Tutti, grandi e piccole imprese, hanno la necessità di declinare una strategia competitiva molto più focalizzata e chiara. Servono stimoli per trovare una reale applicazione dell'Ai. La risposta non sarà immediata, però più che risposte, che ancora non abbiamo, ci sono molte domande che ogni imprenditore si deve porre: il nostro Forum contribuisce a stimolare questo meccanismo virtuoso».

Gli investimenti in tecnologia e nell'Intelligenza artificiale sono sostenibili per la media impresa italiana?

«In prima battuta a investire saranno le aziende di grande dimensione, oltre che le piccole con un elevato livello di specializzazione. Il punto vero risiede soprattutto nella capacità di reinventarsi».

Il governo, al di là delle risorse, che contributo concreto può dare?

«Può e deve fornire un grande contributo. Innanzitutto deve contribuire al bisogno che c'è di investire, evitando soluzioni inefficienti. Se, anziché il superbonus al no%, fossero stati studiati dei bonus specializzati sulla formazione delle nuove generazioni, incrociando i bisogni delle aziende con gli aiuti, avremmo potuto fare di più. Occorrono più capacità strategica e più visione».

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