Il primo co-cristallo farmaceutico Dompé è uno dei vincitori del Premio dell’innovazione Eugenio Aringhieri
Due principi attivi combinati in un unico solido cristallino, per un potenziale nel trattamento del dolore superiore sia a ciascuno dei due singoli componenti sia rispetto alla loro miscela. È questo il risultato di un lavoro di ricerca chimica, di sintesi e di processo condotto in Dompé farmaceutici e che è uno dei vincitori il Premio Eugenio Aringhieri 2021. Un ramo pionieristico della scienza farmacologica, con un primo importante risultato che apre la strada a un intero nuovo programma di drug discovery, alla ricerca di ulteriori soluzioni brevettabili.
Dal punto di vista chimico-fisico si tratta di co-cristalli, solidi cristallini multicomponente e a stechiometria esatta costituiti da almeno un ingrediente farmaceutico attivo e una molecola organica come ‘coformer’, a cui si può aggiungere un ulteriore ingrediente attivo, così da formare un cristallo contenente due diversi farmaci. Il co-cristallo da un lato mantiene le proprietà intrinseche dei propri componenti, ma dall’altro ha proprietà fisico-chimiche, farmacocinetiche e farmacodinamiche che possono essere regolate attraverso la scelta del ‘coformer’ e degli ingredienti attivi. Un ambito così di frontiera che a oggi al mondo esiste un solo co-cristallo farmacologico in commercio.
Quello scoperto e messo a punto dal gruppo di lavoro Dompé, sfrutta l’effetto sinergico dei due componenti per una potenziale attività aumentata contro il dolore, già dimostrata in fase pre-clinica e da confermare attraverso gli studi clinici di fase 1 e 2 in partenza.
La complessità della ricerca non riguarda solo l’ideazione del co-cristallo in sé, ma soprattutto l’ottimizzazione del processo e della filiera. Un lavoro che ha coinvolto un team multidisciplinare altamente qualificato con esperienza in chimica organica, medicinale e analitica, composto da Andrea Aramini, Head of Research & Early Development, Gianluca Bianchini, Medical Chemistry Associate Director, Samuele Lillini, Medicinal Chemestry Senior Specialist, Niccolò Pacchiarotti, Stagista dell’Università di Nottingham, Mara Tommassetti, Medicinal Chemestry Senior Specialist, e Daniele Canestrari, Research & Early Development Expert. Alla collaborazione interna si è poi aggiunto un network di relazioni e competenze esterne creato ad hoc e che include, tra gli altri, l’Università di Torino e l’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Il tutto in una sinergia che ha garantito un processo accelerato nonostante la complessità ulteriore dovuta all’emergenza sanitaria, con la necessità di gestire geograficamente le fasi dello studio a seconda dei siti in cui era possibile lavorare, tra laboratori e sperimentazioni pre-cliniche.
Il processo di sintesi del co-cristallo messo a punto consente un controllo completo delle impurità del prodotto finale, ottimizzandole fino a renderle sostanzialmente irrintracciabili. Quest’ultimo traguardo è stato decisivo per scalare il processo di produzione industriale, ossia per passare dalle piccole alle grandi quantità di co-cristallo e avviare le sperimentazioni cliniche.
Oltre al co-cristallo, il valore aggiunto del processo di ricerca è l’aver messo a punto una piattaforma di lavoro su cui strutturare le prossime ricerche. Il primo candidato clinico è stato identificato in poco più di un anno di ricerca, dunque l’approccio ha dimostrato di poter raggiungere rapidamente la fase di sviluppo clinico, grazie anche all’impiego di tecnologie d’avanguardia. In questo nuovo ramo della farmacologia, ancora da definire con chiarezza in ambito regolatorio sia in Europa sia negli Stati Uniti, Dompé si pone quindi come una delle aziende più avanzate al mondo, allargandosi peraltro ad altre aree terapeutiche e principi attivi.