Connessione, specializzazione e network: ecco cosa chiedono gli italiani alla farmacia del futuro
Una ricerca Doxa per conto di Dompé fotografa uno scenario socio-demografico in cambiamento e una professione in evoluzione rispetto ai modelli del passato.
Gli italiani confermano la fiducia nei professionisti, ma chiedono maggior integrazione tra on e offline, aumento dei servizi in farmacia e specializzazione.
La rivoluzione della farmacia 4.0 avanza: tra i modelli del futuro ci sono la farmacia “Pick & Pay” e quella polifunzionale.
Bologna, 5 maggio 2017. Sei italiani su dieci entrano in farmacia almeno una volta al mese. Otto su dieci hanno la propria farmacia di fiducia e nel 40% dei casi sono pienamente soddisfatti dal servizio ottenuto. Ma non mancano le richieste di miglioramento: quasi sette persone su dieci vorrebbero una maggior specializzazione e auspicano a una liberalizzazione del sistema, mentre il 75% vorrebbe più concorrenza come stimolo a migliorare prodotti e servizi.
A definire questo quadro è l’indagine realizzata da Doxa per Dompé presentata oggi nel corso della tavola rotonda “Il valore dell’innovazione e il bisogno di wellness: il ritratto della farmacia del futuro” tenutasi nell’ambito di Cosmofarma Exhibition, in corso a Bologna alla presenza di Eugenio Aringhieri, CEO di Dompé, Annarosa Racca, attuale Presidente di Federfarma e Francesca Moccia, Vice Segretario Generale di Cittadinanzattiva.
L’obiettivo? Fare una fotografia dell’attuale mondo della farmacia, delle big issues del comparto (tra cui l’apertura all’e-commerce, la liberalizzazione, e catene di farmacie e la specializzazione) per capire dove si direzionano le tendenze nel mondo della salute e quali sono le dinamiche che dovranno svilupparsi in futuro. All’indagine hanno partecipato sia farmacisti che un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta.
L’opinione dei farmacisti: le sfide e le opportunità
In un contesto dominato da crescenti sfide ma anche da nuove opportunità, dall’indagine emerge un farmacista consapevole delle dinamiche trasformative in atto. A preoccuparlo sono la crescente riduzione dei margini, l’ingresso delle grandi catene sul mercato italiano e gli effetti della scontistica. Non ultima, l’incertezza circa un quadro normativo sulla professione ancora in evoluzione.
I segnali evolutivi della farmacia vanno verso un sempre più intenso impiego della tecnologia, una più spinta caratterizzazione commerciale e una crescente capacità di aggregare funzioni e competenze all’interno del punto vendita. Segnali che si traducono in azioni concrete:
Formula drugstore, sostenuta anche da grandi catene internazionali;
Moltiplicazione dei servizi offerti;
Crescita della vendita via internet.
Oggi il farmacista aspira a un modello sempre più ibrido di farmacia, per affrancarsi da una funzione puramente commerciale. Aumento, quindi, della componente consulenziale a fronte di un costante aggiornamento; incremento della funzione di controllo dell’aderenza alle terapie e apertura all’intero network del mondo della salute.
“La sfida della farmacia del futuro è già iniziata. La normativa sui nuovi servizi ha delineato un modello innovativo di farmacia che, oltre al farmaco, assicura ai cittadini una serie di prestazioni aggiuntive: dai test diagnostici di prima istanza agli screening di prevenzione, dalla prenotazione per via telematica di visite ed esami all’offerta delle prestazioni di altri operatori (infermieri, fisioterapisti)” osserva il presidente di Federfarma Annarosa Racca. “In questo processo evolutivo la tecnologia e l’informatizzazione giocano un ruolo decisivo in particolare per i servizi di telemedicina e di pharmaceutical care volti a garantire il monitoraggio delle terapie, il corretto uso del farmaco e l’aderenza dei pazienti alle cure farmacologiche. Uno dei principali impegni di Federfarma è far sì che questi servizi possano essere offerti in maniera omogenea sul territorio, sfruttando la rete capillare delle farmacie e rafforzando il loro ruolo di primo presidio sociosanitario integrato nel Ssn”.
"L'accessibilità della farmacia rappresenta per i cittadini una grande occasione di contatto con il servizio sanitario, di informazione di prossimità e di supporto sia nella prevenzione che nella cura” commenta Francesca Moccia, Vice Segretario Generale di Cittadinanzattiva. “Le aspettative sono molto elevate: dai test diagnostici all'utilizzo di dispositivi strumentali, dalla richiesta di prestazioni a domicilio a iniziative educative per favorire l'aderenza alle terapie. E la tecnologia può contribuire notevolmente a semplificare le procedure e a ridurre i tempi, senza rinunciare allo spazio di confidenzialità e confronto che la farmacia può rappresentare".
La farmacia del futuro? Sempre più 4.0
L’indagine svela il ritratto della farmacia del futuro che sarà sempre più 4.0. La richiesta da parte dei cittadini è infatti quella di una farmacia polifunzionale, che non si limita a distribuire farmaci e prodotti ma diventa sempre più polo di aggregazione di servizi e consulenze in una sorta di “network” sanitario. In maniera speculare, si auspica anche a un modello di farmacia “Pick & Pay”, che integra perfettamente l’online e l’offline consentendo di effettuare il proprio ordine da smartphone, PC e tablet per poi ritirare al momento del passaggio in farmacia.
“Un ritratto interessante, quello della farmacia del domani, che diventa un modello per tutti gli attori del sistema salute, compresa l’azienda farmaceutica, storicamente al fianco del farmacista. Una figura che anche alla luce dei cambiamenti in atto nella società resta un punto fermo nel bisogno di salute degli italiani, perché è il primo e naturale contatto dei cittadini/Pazienti, come dimostrano i dati dell’indagine – commenta Eugenio Aringhieri, Amministratore delegato di Dompé. “Nel prossimo futuro l’azienda sarà ancora più vicina alla farmacia, e lo sarà attraverso un dialogo più stretto e evoluto. A mio parere tre saranno gli imperativi per il “farmacista del 2020”: contaminazione tecnologica, per una farmacia sempre più connessa che sicuramente automatizzerà certi processi per dare spazio ad altri, più nuovi e più in linea con i bisogni del futuro. Specializzazione, per un maggiore focus su competenze distintive e quindi un’offerta sempre più personalizzata. Apertura, per un maggior dialogo non solo con il Paziente ma con tutta la filiera del pharma.”