Sanità Tech - C'è un sarto in corsia
Dai pacemaker senza chirurgia alle pillole al posto di esami intrusivi: la tecnologia applicata alla medicina farà calare i costi e sarà su misura del paziente. Parola di Martha, ceo dell'americana Medtronic
Una sanità a più dimensioni, che sia l'investimento smart per tutti i Paesi del mondo, nel nome del digitale e dell'intelligenza artificiale, dalla robotica al machine learning. Verso un nuovo modello integrato, a valorizzare sempre di più il paziente, tra pubblico e privato. Questa la visione, raccontata in esclusiva per Milano Finanza e per le telecamere di Class-Cnbc, di Geoff Martha.
Il manager è ceo di Medtronic, società leader a livello globale del Tech applicato al Medtech, e co-chair della Task Force Health e Life Sciences del B20, all'opera per il progresso in tema di salute e scienze. «Il G20 recepirà il nostro messaggio come già emerso in questi giorni di mie visite in Italia tra governo, istituzioni e rettori delle università. Secondo gli studi economici di livello internazionale, ogni dollaro speso nell'healthcare ne genera ovunque da 2 a 4 di prodotto interno lordo. Per esempio nel nostro caso, la tecnologia - incluso l'utilizzo consapevole dei dati - permette il miglioramento dell'esito di guarigione del paziente, così come maggiore accesso alle cure e al contempo, minori costi. Inaccettabile che la catena di rifornimento per la Sanità, come rivelato dalla pandemia, sia ancora così fragile», ha spiegato Martha, convinto che la recente mossa da parte del magnate statunitense Jeff Bezos di investire nella start-up biotech Altos Labs - che punta ad invertire l'invecchiamento cellulare garantendo un milione di dollari di salario ai suoi scienziati rinomati - sia segno positivo di svolta per l'imprenditoria verso la rotta della salute.
«Il nostro dna consiste nel mettere insieme le cose in modo diverso. L'innovazione è divertimento! Curiosità fanciullesca, come quella del fondatore visionario Earl Bakken, che è riuscito a inventare oltre sessant'anni fa il primo rivoluzionario pacemaker indossabile, fondendo elettronica e medicina, ispirandosi alla fantascienza del personaggio di Frankestein», prosegue il ceo. Dalla pillola da ingerire, alternativa non invasiva alla colonscopia, gestibile in totale autonomia tramite intelligenza artificiale, connettendo le immagini diagnostiche a un cloud che consegna l'esito direttamente ai medici. Fino al pacemaker dell'attuale misura di una graffetta, da applicare senza alcun intervento chirurgico.
Le creazioni della società da 30 miliardi di dollari nata a Minneapolis da un mini negozio di elettronica in un garage, vanno ben oltre la fantascienza. «La nostra sfida per l'Italia, dove siamo sempre più in espansione con oltre 2.000 dipendenti tra sette sedi diverse, incluso l'Open Innovation Lab a crescere i talenti futuri dell'Healthcare, è di riuscire a trasformare il sistema sanitario. Un meccanismo virtuoso di servizi e prodotti che funzioni e cresca soltanto in proporzione al beneficio reale che il paziente abbia ricevuto», spiega Martha.
Alla domanda scomoda riguardo la possibilità per i pazienti di affidarsi completamente agli ultimi ritrovati dell'evoluzione tecnologica, considerato quanto la storia insegni che talvolta certi strumenti di cura possano anche diventare armi di distruzione, il ceo coglie l'opportunità di fare chiarezza su un tema così delicato, da parte di un leader come Medtronic capace di salvare la vita di più di due persone al secondo, in tutto il mondo. «La sicurezza di ogni singolo paziente, e quindi la qualità del nostro prodotto, è per noi priorità assoluta. Abbiamo ingaggiato veri e propri hacker, piu diplomaticamente chiamati ricercatori, perché scovino i punti di vulnerabilità dei nostri sistemi. Siamo completamente allineati con gli enti regolatori. Considerata la modalità avveniristica, da remoto, con la quale trattiamo i pazienti, per noi la cybersecurity è sempre più realtà», assicura il top manager, determinato a democratizzare i servizi d'eccellenza della sanità per raggiungere miliardi di pazienti del pianeta, nel nome di un welfare che sia cura su misura.
Magia di predizione, oltre che monitoraggio 24 ore su 24 grazie alla miniaturizzazione di sensori e di software di precisione che anticipino per esempio quello che mangeremo, calcolando e fornendo la dose necessaria d'insulina per chi soffre di diabete. Se il tech nel medtech è la via del domani per Medtronic, il futuro per la società che investe oltre due miliardi di dollari in ricerca e sviluppo si chiama automazione. «Robot chirurghi sempre più a guida autonoma, esattamente come lo sono già le automobili. Spinta d'esplorazione al cervello e alle malattie mentali perché un giorno l'intelligenza artificiale riesca magari a intercettare anche ogni nostro attimo di felicità», conclude il ceo, con lo sguardo di chi la scienza te la fa sognare.
La conferma dell'impegno del B20 verso un rinascimento dell'healthcare che sia asset e investimento strategico, arriva dalla prospettiva di Sergio Dompé, presidente di Dompé Farmaceutici, chair della Task Force. «Il G20 deve avviare un nuovo set di regole nello spirito competitivo mondiale emerso durante la pandemia, a favore della grande innovazione, quella che ci permette di fare salti quantici. Nella sicurezza garantita dagli enti regolatori, per un equilibrio massimo di benefici rispetto al rischio. Così che il domani sia sempre più il futuro dell'economia della conoscenza, verso un welfare che valorizzi non più soltanto la quantità di vita, già ottenuta in buona parte, ma anche la qualità. Con sensibilità particolare verso i giovani talenti della ricerca - dei quali il nostro Paese è ricco - che vanno coltivati di più», dichiara Dompé con l'umiltà di visione di chi è da sempre pioniere di evoluzioni e terapie breakthrough riconosciute a livello internazionale.