L'importanza di dimezzare i tempi di ricerca

06/11/2021

«Oggi vedo i risultati della ricerca, a cui ho iniziato a lavorare quando sono entrato in Dompé». È evidente la soddisfazione di Andrea Aramini, Head of Research and Early Development di Dompé farmaceutici, tra le principali industrie biofarmaceutiche italiane. Aramini lavora in azienda da 15 anni, e nel 2005 ha cominciato la ricerca su Reparixin, molecola sintetizzata nei laboratori de L'Aquila, per la quale è stata appena conclusa la fase 3 di sviluppo clinico per il suo utilizzo anche in pazienti affetti da distress respiratorio indotto da Covid-19.

«A distanza di tanti anni si cominciano a vedere i frutti e Reparixin ha finalmente raggiunto la maturità», evidenzia Aramini. Umbro, laureato in chimica, racconta come i tempi necessari fino a qualche anno fa per la ricerca e lo sviluppo di un nuovo farmaco siano stati ora «più che dimezzati». Un tempo ci volevano almeno 15 anni, mentre adesso si scende a circa 7 o 8 anni: 3 o 4 di ricerca preclinica e altrettanti di clinica. Merito soprattutto della tecnologia, di cui Exscalate, una piattaforma di supercalcolo, rappresenta l'esempio più rilevante.

«Grazie ad Exscalate riusciamo a lavorare su più molecole in modo virtuale, e così acceleriamo i tempi della prima parte della fase di preclinica (la discovery). La sintesi dei potenziali farmaci avviene solo in un secondo tempo, e solo dopo aver scartato, grazie al lavoro virtuale, un gran numero di "farmaci non buoni"» spiega. «Questa tecnologia ci permette di avere in un arco di tempo molto limitato una risposta che prima magari si otteneva in uno o due anni». Aramini si occupa in particolare della ricerca preclinica, «l'area con il maggiore grado di incertezza. Oggi, per ridurre al minimo il rischio di insuccessi e per rendere la preclinica più veloce e competitiva è fondamentale un approccio multidisciplinare», cosi come è importante la collaborazione e la "cross-fertilization”. Per questo, Dompé farmaceutici collabora con molti gruppi di ricerca presenti in tutto il mondo e investe nelle persone.

L’ area di Ricerca e Sviluppo dell'Azienda conta oggi in Italia su circa 90 ricercatori dislocati nelle diverse sedi. A Milano è situato l'headquarter, mentre a I’Aquila si trova il centro produttivo da cui escono oltre 60 milioni di confezioni ogni anno; inaugurato nel 1993, è stato ampliato in più fasi nel corso del tempo e adesso si estende su 160 mila mq. Infine, nel Centro Ricerche Dompé di Napoli, dal 2012 ad oggi si è passati da 4 a 30 ricercatori. Nei nuovi laboratori, recentemente inaugurati all'interno dell'Università Federico II, è nata un'altra molecola mirata al trattamento del diabete giovanile di tipo 1, il Ladarixin, che ora è in fase 3.

L'efficacia dei prodotti farmaceutici, l'utilizzo di nuove tecnologie, i risultati della ricerca, i trial clinici e le conseguenti pubblicazioni hanno dato negli ultimi anni a Dompé una sempre maggiore visibilità rendendola ancora più attrattiva, così che «tanti ricercatori italiani all'estero cominciano a ripensare all'Italia». Con questo Aramini conclude «La ricerca farmaceutica mi ha sempre affascinato, perché permette di trovare soluzioni concrete per i pazienti di tutto il mondo, e adesso, grazie al progresso tecnologico, lo possiamo fare molto più velocemente».

PDF

Condividi questo articolo