Dompé, brevettato il farmaco per curare i primi sintomi Covid

19/06/2020

PROGETTO EUROPEO A GUIDA ITALIANA

Dompé brevetta il farmaco per curare i primi sintomi Covid

Brevettato il farmaco per curare i primi sintomi Covid. Il raloxifene, già usato per l'osteoporosi, aiuta a contrastare l'insorgere di fasi più gravi della malattia. Un'arma in più, in attesa del vaccino, scoperta grazie al progetto pubblico-privato europeo Exscalate4Cov, composto da 18 partner e guidato da Dompé farmaceutici.


LA RICERCA EUROPEA

Risultati del raloxifene per i positivi al Sars-CoV-2 con infezione lieve

Allegretti: brevettato il 6 maggio il farmaco selezionato da Exscalate

Dopo il desametasone, l'antinfiammatorio economico e già disponibile che ha ridotto in maniera significativa le morti per Covid-19 dei pazienti gravemente malati, arriva un altro un secondo barlume di speranza. Anche in questo caso di tratta di un farmaco generico già registrato, il raloxifene, usato per curare l'osteoporosi e che sembra la molecola giusta per i positivi al SarsCoV-2 con infezione lieve o asintomatica. In altre parole, preso ai primi sintomi il farmaco ha tutte le carte in regola per evitare che la malattia si manifesti nelle sue forme più gravi. Un'arma in più che farebbe da ponte per tenere sotto controllo l'infezione in attesa del vaccino.
Ma come si è arrivati a questa scoperta? Grazie alla potenza di calcolo dei supercomputer del Consorzio supportato dal programma Horizon 2020 dell'Unione europea per la ricerca e l'innovazione. Questo è uno dei tanti esempi di come il programma di ricerca Ue stia riunendo il meglio dei ricercatori, delle aziende farmaceutiche, delle tecnologie e delle infrastrutture di ricerca del Vecchio continente per sconfiggere il virus.
«Con il progetto pubblico-privato Exscalate4Cov la Commissione europea ha voluto creare un nuovo modello per contrastare le epidemie» commenta Andrea Beccari, ricercatore, responsabile del progetto Exscalate4CoV, composto da 18 partner con forte presenza italiana e guidato da Dompé farmaceutici. Che ha brevettato, proprio il 6 maggio scorso, il raloxifene come farmaco per contrastare Sars-Cov-2 nei casi moderati e lievi. «La commissione europea - ha aggiunto Beccari - ha messo insieme le eccellenze europee lungo tutta la filiera dal supercalcolo, dalla capacità di calcolo garantita dai supercalcolatori come Cineca in Italia alle Università, dai centri di ricerca alla clinica e all'ente regolatorio Ema, al fine di garantire un accesso veloce e universalistico alle potenziali cure».
Dal gennaio 2020 per la lotta contro il coronavirus, la Commissione Ue ha mobilitato un totale di 352 milioni di euro nell'ambito di Horizon 2020, tre di questi finanziano il progetto Exscalate4CoV.
Il primo screening virtuale (in silicio) è stato fatto su oltre 400mila molecole (farmaci sicuri per l'uomo e prodotti naturali) messi a disposizione da Dompé Farmaceutici e dal Fraunhofer Institute.
Tra le molecole selezionate, è stata data priorità a quelle in fase clinica o già sul mercato. Sono state testate 7.000 molecole con alcune caratteristiche promettenti. Tra queste, sono state trovate 100 molecole attive in vitro e 40 hanno dimostrato capacità di contrastare il virus nelle cellule animali.
«Raloxifene appartiene alla classe farmacologica dei serm (acronimo di Selective estrogen receptor modulator), modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, per questo è utilizzato a bassi dosaggi nell'osteoporosi ad alte dosi nel tumore al seno - spiega Marcello Allegretti, chief scientific officer di Dompé Farmaceutici -. Ciò che rende interessante questo progetto è anche il legame che sta diventando sempre più evidente in letteratura fra gli estrogeni e la protezione al virus».
Una delle evidenze che sono emerse nei primissimi mesi di pandemia è stato proprio il fatto che le donne risultavano più protette nei confronti del virus. E questo ha richiamato una forte attenzione su quello che può essere il ruolo degli ormoni femminili nel proteggere dall'infettività del virus. In effetti, gli estrogeni riducono l'espressione dei recettori Ace2, porta d'ingresso del virus nella cellula umana e quindi responsabili dell'infezione virale.
«Esiste un doppio significato in questa scoperta - prosegue Allegretti -. Da una parte c'è la capacità del raloxifene di modulare la replicazione e l'attività del virus, dall'altro ci consente di entrare nei meccanismi con cui gli estrogeni possono proteggere il genere femminile dal Covid-19».
Il farmaco selezionato è ben tollerato, ha un profilo tossicologico ben noto in clinica e ha mostrato grande efficacia nella sperimentazione in vitro. «Ora si passa alla sperimentazione in vivo, sugli animali e quindi sull'uomo, speriamo già ad agosto. A questo proposito stiamo negoziando con l'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) per avviare una sperimentazione clinica multicentrica a livello europeo».
«Per promuovere l'accesso universale alle cure che ne potranno derivare, tutti i dati scientifici prodotti saranno resi di dominio pubblico» scrive in una nota il Consorzio, di cui fa parte anche l'Istituto Spallanzani di Roma. Sarà proprio il comitato etico dell'Ospedale romano a decidere sul via libera all'uso del farmaco contro il coronavirus in tutta Italia. Intanto il raloxifene può essere usato per uso compassionevole.

LA CORSA DELLA RICERCA

Coreani in ritardo di soli 10 giorni

A convergere sul raloxifene - rafforzando così il progetto europeo - ci sono anche i sud coreani. Il Gyeonggi-do Bio Center e il Korea National Institute of Health hanno fatto la scoperta testando circa 3mila farmaci disponibili sul mercato. I ricercatori la scorsa notte su Kbs News hanno spiegato che il farmaco è efficace anche nel trattamento di altre gravi condizioni respiratorie come la Sars e la Mers. La scoperta era stata fatta quando gli scienziati cercavano una cura per la Mers nel 2015, e si erano concentrati sulla ricerca di una sostanza efficace nel contenere vari tipi di coronavirus. Ora, anche il team coreano prevede di presentare una proposta di sperimentazione clinica al ministero della Sicurezza alimentare e dei farmaci ad agosto annunciando l'intenzione di brevettare l'uso del raloxifene nel trattamento dei pazienti afflitti da Covid-19. Ma sono arrivati con dieci giorni di ritardo rispetto al mega-progetto europeo. Infatti, come da accordi con la Commissione europea, la proprietà intellettuale dei risultati prodotti da Exscalate4CoV è già stata protetta (il file è stato depositato lo scorso 6 maggio da Dompé farmaceutici, Fraunhofer Institute e Università di Lovanio) per promuovere l'accesso universale alle cure che ne potranno derivare. Tutti i dati scientifici prodotti dal consorzio saranno resi di dominio pubblico.

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