La ministra Bernini: «Le aziende bresciane investono 114,3% in ricerca»
L'invito agli imprenditori è di continuare a credere nel futuro: «Noi metteremo più risorse anche per le borse»
«L'Università di Brescia è la dimostrazione di quanto sia stringente il legame tra sistema della conoscenza e la crescita, anche economica, del territorio: la vostra missione è contribuire allo sviluppo, in chiave di sostenibilità, di uno dei comp arti più prosperi e innovativi d'Europa, alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo industriale, ambientale e qualità della vita». Parole lusinghiere, quelle pronunciate ieri da Anna Maria Bernini, ministra dell'Università e della Ricerca del governo Meloni, all'inaugurazione dell'Anno accademico 2022-2023 dell'Università Statale della nostra città. Un territorio, quello bresciano, in cui in media le aziende investono oltre i14,3% del loro fatturato in ricerca e sviluppo. Le dichiarazioni di impegni finanziari da parte della ministra Bernini hanno rappresentato - per stessa ammissione del rettore Francesco Castelli che è intervenuto dopo il membro del governo - una sostanziale risposta alle sue domande, nella direzione dell'investimento sui giovani e sulla capacità dell'Università di essere sistema dei saperi. «Il nostro ministero - ha detto Bernini - ha istituito un fondo per la ricerca industriale, gestito con il ministero delle Imprese e del Made in Italy, finanziato quest'anno su base nazionale con 50 milioni, che saliranno a 250 a partire dal 2025. Certo, per poter continuare a lavorare come state già facendo servono risorse, capitale umano, investimenti nella ricerca. Il governo sta lavorando per consolidare investimenti e riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per guardare oltre il 2026, oltre il Pnrr. Per questo - ha aggiunto - in legge di bilancio abbiamo destinato altri 500 milioni aggiuntivi per le borse di studio che, altrimenti, si sarebbero esaurite, garantendole anche per il 2025 e il 2026 e altri 300 milioni per la ricerca applicata».
Un'articolata dichiarazione di intenti che Bernini ha condiviso nell'aula magna di Medicina, davanti ad una platea qualificata, con riferimenti concreti a progetti che in corso di realizzazione nell'area del Campus nord, tra Medicina e Ingegneria, già occupata dalla Ca' Nöa e ora di proprietà della Statale. Il riferimento: «Esempio virtuoso di cooperazione tra pubblico e privato è il progetto Light, Lifescience Innovation Good Healthcare Technology, realizzato coni contributi del Next Generation Eu, che vedrà l'Ateneo di Brescia, la multinazionale dlela tracciabilità Antares Vision e Dompé farmaceutici impegnati nella costruzione di un'infrastruttura di ricerca e innovazione che ridefinirà gli ospedali e la sanità del futuro».
Un progetto che prevede «analisi su larga scala, piattaforme per la condivisione dei dati, sviluppo di un ospedale smart con letti dotati di sensori con sistemi di tracciatura del farmaco per ridurre gli errori di somministrazione». Nuove sfide tecnologiche e risorse da stanziare e consolidare non possono essere comunque disgiunte dalle persone e dagli sforzi profusi affinché vi sia, a ogni livello, una ricaduta sul loro benessere. «L'ateneo di Brescia sta operando, in modo ammirevole, per rendere il diritto allo studio più inclusivo e accessibile a ogni studente che abbia voglia di imparare - ha concluso la ministra dell'Università e della Ricerca -. Mi congratulo con voi per aver ottenuto, con merito, la presidenza della Conferenza nazionale universitaria dei delegati per la dis abilità per il triennio 2022-2024». Per l'Università degli studi di Brescia il delegato è il professor Alberto Arenghi.