Studi clinici digitali

29/10/2021

Maria De Pizzol, Head of Global Clinical Operations Dompé farmaceutici, racconta come abbiamo garantito la continuità dei nostri studi clinici durante il Covid-19.

In questi ultimi due anni, l’emergenza sanitaria ha contribuito all’accelerazione della digital health. Una delle sue declinazioni più promettenti riguarda la possibilità di realizzare studi clinici digitali per verificare l’efficacia e la sicurezza di nuovi medicinali.

Se si torna indietro a marzo 2020, a Milano, nell’epicentro della pandemia, la situazione di urgenza era senza precedenti: come azienda abbiamo dovuto affrontare alcune criticità nel portare avanti gli studi clinici, tra cui la morte di pazienti e di personale coinvolti nelle sperimentazioni e non per ultimo anche la sofferenza che ognuno in azienda ha provato in un momento così difficile. Malgrado questo difficoltà Dompé ha sempre cercato di raggiungere un obiettivo fondamentale: la salute dei pazienti. Abbiamo quindi prontamente messo in atto un piano di gestione del rischio per non interrompere i trial clinici in corso e assicurare che i pazienti già in trattamento potessero continuare il loro percorso e ad essere seguiti secondo protocollo. Inoltre, abbiamo avviato un nuovo studio clinico con l’obiettivo di valutare l’efficacia di una molecola - registrata e già utilizzata, su prescrizione, per l’osteoporosi nelle donne dopo la menopausa - per il trattamento dei pazienti Covid-19 lievi e pausintomatici.

“Considerando il regime di quarantena cui i pazienti erano costretti, abbiamo identificato e adottato soluzioni completamente digitali - spiega Maria De Pizzol, Head of Global Clinical Operations - lanciando così un nuovo protocollo in telemedicina”.

Lo studio consentiva di monitorare in tempo reale il quadro clinico del paziente attraverso l’uso, da parte dei pazienti stessi, di un kit composto da dispositivi medici digitali per il controllo di pressione arteriosa, frequenza cardiaca, ossimetria transcutanea e temperatura corporea. Inoltre, erano previste visite domiciliari settimanali di uno staff sanitario dedicato. Infine, i pazienti potevano comunicare rapidamente con il medico attraverso un apposito tablet fornito loro al momento dell’arruolamento. L’attività di raccolta dati e monitoraggio avveniva in stretto collegamento con le strutture ospedaliere di riferimento: Spallanzani (Roma), Le Molinette (Torino), Ospedale San Salvatore (L’Aquila), Monaldi (Napoli) e Humanitas (Milano e Bergamo).

La pandemia ha inevitabilmente portato a ripensare il modo di condurre gli studi clinici, dandoci l’opportunità di potenziare l’uso del digitale nell’ambito della ricerca clinica.“Credo che questo approccio completamente digitale e decisamente più agile sia diventato per Dompé the new normality”- spiega Maria De Pizzol - “Sono certa che valorizzeremo nel prossimo futuro tutto ciò che la pandemia ci ha permesso di conoscere e sperimentare”.

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